La nostra guida su come incubare le uova feconde. Un compendio di consigli per migliorarci insieme.
Questo articolo è il frutto di oltre 10 anni di esperienze, tentativi e fallimenti. Non vogliamo insegnare a nessuno questa attività, ma dare spunti utili. L’importante è l’obiettivo finale: l’indice di natalità. Se già il vostro è soddisfacente vi consigliamo di non modificare le vostre tecniche.
Incubazione artificiale
Nel caso invece si opti per l’utilizzo di incubatrici è fondamentale conoscere e ottemperare ad alcune norme basilari. Innanzitutto, indipendentemente dalla capacità dell’incubatrice e dal tipo di uova che andremo ad incubare, è necessario che la macchina sia in possesso di un “volta uova” automatico. L’incubatrice andrà posta in un locale in penombra, con una temperatura ambientale costante e compresa tra i 22 e i 23 gradi centigradi, ed una umidità attorno al 40%, e protetta da escursioni termiche, dai raggi solari e da eccessiva umidità; difatti è consuetudine porre nella stanza un termometro e un igrometro digitali al fine di monitorare questi due parametri.
La macchina andrà poi sempre pulita e disinfettata con cura con prodotti appositi e SEMPRE posizionata e collegata come da manuale di istruzione.
Sul mercato vi sono decine di modelli e la scelta della macchina andrà fatta in funzione del numero di nati che si vuole ottenere nel corso della stagione riproduttiva e considerando la tipologia di incubazione più adatta al nostro allevamento. La scelta del modello di incubatrice sarà oggetto di un prossimo articolo. Vi sono tre tipologie comuni di incubazione: single stage, multi stage e misto.
Single stage
Questa tipologia di incubazione prevede il riempimento di tutta l’incubatrice nel medesimo giorno e viene di solito utilizzata da chi ha grandi disponibilità di uova fresche e fertili. Ha l’indubbio vantaggio di risparmiare il costo della macchina di schiusa, in quanto sarà la stessa incubatrice, previa l’eliminazione dei cestelli e del “volta uova”, a prenderne il posto.
In questo caso è bene ricordare di abbassare la temperatura di un decimo di grado centigrado per ogni settimana di incubazione, poiché gli embrioni, sviluppandosi, iniziano a emanare sempre più calore, rischiando di alzare la temperatura all’interno della macchina. Questo poi è tendenzialmente più problematico se l’incubatrice non è provvista di un impianto di raffreddamento.
Inoltre negli ultimi due giorni di incubazione, quando l’incubatrice stessa farà da schiusa, sarà opportuno settare la macchina ad una temperatura più bassa.
Multi stage
Tipica degli allevamenti di medie dimensioni, l’incubazione multi stage prevede l’incubazione di uova fertili con cadenza settimanale e in quantità non superiori al 25% della capacità della macchina nel caso di specie con incubazione di 26 o 28 giorni, o non superiori al 33% nel caso di specie le cui uova debbano rimanere in incubatrice per 21 giorni o meno e infine, nel caso di oche o anatre mute in cui il periodo di incubazione è rispettivamente di 30 e 35 giorni, è opportuno non superare una quantità settimanale del 20%.
Lo scopo è ovviamente avere all’interno della macchina uova in molteplici fasi, in modo da avere nascite dilazionate nel tempo e costanti e al fine di evitare aumenti di temperatura eccessivi all’interno dell’incubatrice, poiché il calore prodotto dalle uova a fine ciclo, verrà mediato da quelle appena inserite nell’incubatrice.
Gli ultimi due giorni le uova andranno messe in una schiusa, che altro non è che una camera calda a temperatura ed umidità controllate.
Ovviamente in questo modo si dilazionerà il tempo dedicato alle cure degli anatroccoli e dei pulcini ma sarà necessario comprare una seconda macchina: la schiusa.
Misto
È un metodo di incubazione intermedio tra i due e prevede l’acquisto di una sola macchina dotata di un cestello di schiusa in fondo. Se da un lato evita di comprare la schiusa, presenta notevoli problemi in quanto non è possibile differenziare le temperature di incubazione da quelle di schiusa, inoltre vi è anche un problema di igiene, in quanto i tempi di pulizia del fondo della macchina e del cestello sono limitati e contingentati dal fatto che vengono svolti a sportello aperto, causando così un raffreddamento delle altre uova in incubazione.
Inoltre, essendoci una ventola di notevoli dimensioni il piumino si spargerà in tutta la macchina compromettendo notevolmente gli standard sanitari e veicolando eventuali patogeni.
In queste macchine non è possibile applicare il single stage poiché il cestello di schiusa è sottodimensionato rispetto alla capacità di incubazione e non è possibile neanche umidificare (nel caso di anatidi e anseriformi) le uova nei giorni in cui la schiusa è occupata.
Infine non permette di aumentare la percentuale di anidride carbonica nel giorno e mezzo antecedente alla schiusa dei pulcini o degli anatroccoli.
Incubazione di pulcini
La durata di incubazione è di ventuno giorni circa di cui gli ultimi due giorni in schiusa, la temperatura di incubazione è di 37.7°C mentre l’umidità si deve attestare tra il 47% e il 52%.
Durante gli ultimi 2 giorni in schiusa invece la macchina deve essere lasciata a 37.7°C e sarà opportuno raggiungere un’umidità relativa del 60%.
Ecco le nostre uova feconde di gallina:
Incubazione di anatre e oche
Le temperatura di incubazione è comune a tutti gli anatidi e anseriformi e si attesta a 37.6°C, mentre l’umidità deve essere compresa tra i 42 e i 44 punti percentuali.
In schiusa invece l’ambiente deve avere una temperatura ottimale di 37.2°C e un’umidità del 62%.
Le uova, a seconda della razza e della specie di appartenenza, possono avere cicli di diversa lunghezza:
anatre nane, smeraldo e una parte delle più comuni specie selvatiche necessitano di rimanere in incubatrice 24 giorni, mentre dal 25esimo giorno vanno poste in schiusa;
anatre di media e grande taglia come le Corritrici indiane o le Campbell invece hanno un ciclo di 28 giorni e dal 26esimo vanno poste in schiusa;
per le oche invece i giorni sono 30 e andranno messe in schiusa a partire dal 28esimo giorno;
La peculiarità dell’incubazione degli anatidi e degli anseriformi si ha a partire dal settimo giorno di incubazione fino al giorno prima di porre le uova in schiusa. Infatti è necessario, al fine di migliorare la percentuale di nascite, umidificare con acqua tiepida vaporizzata la superficie delle uova e lasciarle raffreddare per qualche minuto tutti i giorni.
La durata del raffreddamento sarà proporzionale alla temperatura dell’ambiente (in una stanza calda con una temperatura di 25°C potremmo lasciarle raffreddare anche, ma non oltre, 15 minuti) ma, al fine di evitare escursioni termiche elevate, non andranno mai poste a raffreddare in locali a temperature inferiori ai 20°C.
Inoltre si potrà aumentare la durata di questo “riposo” in funzione dello stadio dell’embrione: più avanti esso sarà e più a lungo potremo lasciare le uova fuori dall’incubatrice. Ciò viene fatto per due motivi, il primo ricreare l’azione quotidiana della madre che lascia il nido per fare il bagno e vi ritorna umida, e poi per minare la consistenza del guscio. Il guscio infatti è composto da carbonato e fosfato di calcio che verrà intaccato dall’acqua. Praticamente è l’avvisaglia di ciò che accadrà nel primo giorno in cui le uova verranno messe in schiusa. Infatti nelle prime 36 ore “di schiusa” sarebbe opportuno lasciare la macchina completamente chiusa privandola del naturale o artificiale ricambio d’aria al fine di aumentare la percentuale di anidride carbonica all’interno; la quale legandosi con il vapore acqueo darà vita all’acido carbonico che intaccherà sensibilmente la resistenza del guscio.
È necessario adottare questo accorgimento poiché il becco degli anatroccoli non è appuntito come quello dei pulcini ed è di conseguenza più difficile per loro forare il guscio. Invero questo problema si riscontra drammaticamente nelle oche.
Una volta però che i primi anatroccoli o le prime ochine sono riuscite a forare i gusci bisognerà ripristinare il normale riciclo d’aria aprendo le prese d’aria della macchina.
La fase di schiusa è una delle più delicate del ciclo vitale di un uccello ed è necessario, tra le altre cose, evitare di aprire la macchina fino al compimento del ciclo, poiché l’improvvisa corrente d’aria fredda che si originerebbe spalancando lo sportello per curiosare o per provare ad aiutare un anatroccolo in difficoltà, proverebbe notevolmente tutti gli altri animali, in quanto si creerebbe un repentino calo della temperatura, della CO2 e dell’umidità.
La schiusa andrà aperta quando i primi anatroccoli saranno pronti per essere impastati (massimo 12/24 ore dalla nascita), e da quel momento tutti gli anatroccoli ancora in fase di schiusa dovranno, se necessario, essere aiutati sistematicamente ad uscire dall’uovo, ma solo nel caso in cui abbiano già rotto l’uovo autonomamente.
Ecco le nostre uova feconde di anatre:
N.B. all’interno della medesima incubatrice o schiusa non dovranno mai esserci uova di anatidi e anseriformi con uova di galline e tacchini.
Ecco tutte le nostre uova feconde: